Dietro alla nascita di questo dolce tipico Valtellinese c’è una bellissima leggenda! Essa narra che nel 1797, quando le truppe napoleoniche invasero il nord Italia avanzarono fino in Valtellina dove si fermarono per una tappa. In quell’occasione, Napoleone, chiese al proprio cuoco di cucinargli un dolce usando ingredienti trovati in questa valle. Da questa richiesta nasce la Bisciola, un dolce di antiche tradizioni Valtellinesi, tramandato da oltre 200 anni.
Ancora oggi in Valtellina, in occasione delle feste natalizie o feste tradizionali o anche come dessert, i valtellinesi preparono questo dolce usando gli stessi ingredienti genuini di sempre: farina, fichi, uvetta, noci, zucchero, burro, tuorlo d’uovo e miele. La lavorazione prevede la lievitazione della pasta usando solo lievito naturale, un procedimento che avviene in 36 ore. In questo modo si ottiene un dolce facilmente digeribile che può essere accompagnato con panna montata o una buona grappa bianca.
GLI SCIATT
Gli sciatt, nel dialetto valtellinese, significa letteralmente” rospo”, ma con questo animale hanno ben poco a che fare. In realtà sono frittelle tonde con un saporito cuore di formaggio filante. L’ingrediente base è il grano saraceno, un cereale molto resistente alle condizioni climatiche più avverse. Molto probabilmente è arrivato qui grazie agli scambi commerciali tra i veneziani e i mercanti orientali. Una seconda ipotesi, invece, attribuisce la diffusione del grano saraceno in Valtellina alle migrazioni delle popolazioni mongole in Europa.
In Valtellina la cultura del grano saraceno risale al 1600, diventando presto l’ingrediente fondamentale delle cucine valtellinesi.
Gli sciatt non richiedono una preparazione molto elaborata o di lunga durata, infatti la pastella (grano saraceno insaporito con un bicchierino di grappa o acquavite e diluito con un bicchierino di birra) dopo una mezz’ora di riposo può essere modellata in forme rotonde, ripiene di formaggio rigorosamente “Valtellina Casera”.
Cosi formati, gli sciatt si buttano subito nell’olio bollente per brevissimo tempo. Vengono solitamente serviti su un piatto d’insalata tagliata fine.
Una cosa è certa, gli sciatt sono sfiziosi e saporiti, e uno tira l’altro!
Marta Francesca Spini e Matilde Cucchi, studenti classe 3°, secondaria, primo grado
SCIATT
Ingredienti
200 g di farina di grano saraceno
100 g di farina bianca
100 g di formaggio valtellinese
Strutto
1 cucchiaio abbondante di grappa
Sale q b
Preparazione
Si procede tagliando il formaggio a dadini che vanno bagnati con la grappa. In una terrina si mescolano le due farine con il sale usando un po’ d’acqua fino ad ottenere una pastella che va lasciata a riposo per qualche ora per poi unirla ai dadini di formaggio. Si mette lo strutto a cuocere in padella e quando comincia a fumare si aggiunge la patella a piccoli pezzi rigirandola più volte. Una volta pronti gli sciatt vanno separati dal formaggio e avvolti in carta assorbente.
Antonella Alemanni
STRACCI DI GRANO SARACENO CON CAVOLI E FONDUTA
Ingredienti
PER LA PASTA
200 g di farina di grano saraceno
120 g di farina bianca
2 uova intere
Olio di oliva
PER LA FONDUTA
300 g di bitto 3 tuorli d’uovo
Latte
Sale e pepe
PER IL CAVOLO
500 g di verza
1 rametto di salvia
2 spicchi d’aglio
Olio di oliva e burro
Preparazione
DEGLI STRACCI
Preparare un impasto lavorando le farine, l’olio e un pizzico di sale. Stendere l’impasto sino ad ottenere una sfoglia che andrà tagliata in striscioline larghe 12 cm. Farle poi bollire in acqua salata.
DEL CAVOLO
Mondare la verza, tagliarla a striscioline e farla insaporire in un tegame di olio e burro con l’aglio.
DELLA FONDUTA
Sbriciolare il bitto, metterlo in una terrina e ricoprirlo di latte. Scaldare la terrina a bagnomaria eliminando metà del latte utilizzato. Far fondere formaggio e tuorli, far gonfiare l’impasto e aggiungere sale e pepe.
Amalgamare il tutto condendo gli stracci cotti con cavolo e fonduta e servire
Antonella Alemanni